Monete, Criptomonete, token e scritturali
"Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta".
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"Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta".
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Per comprendere meglio il funzionamento di EquaCoin dobbiamo cercare di fare un po di chiarezza sui concetti fondamentali. Questi concetti sfuggono alla maggior parte di noi pur essendo pervasi quotidianamente dalle conseguenze del loro utilizzo.
Non si vuole certo qui dare conto dei fiumi di inchiostro versati nel corso della storia per definire la moneta. Abbiamo riportato il breve saggio del prof. Giacinto Auriti, scaturito dalle intuizioni del poeta Ezra Pound, che per primo stigmatizzò la follia del sistema monetario attuale, che ha dato luogo alla nascita del progetto delle monete scritturali - Su Amazon o sull'EquaStore si possono trovare molti libri scritti oppure tradotti da Marco Saba, alcuni sconosciuti ai lettori italiani, in addenda alla sconfinata mole di testi economici universitari, in larghissima parte recanti narrazioni fantasiose ed assolutamente inutili.
«La moneta, in quanto moneta e non in quanto merce, è voluta NON per il suo valore intrinseco, ma per le cose che consente di acquistare.» Paul Samuelson, Nobel per l'economia, 1970.
"Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta ", Giacinto Auriti, 2002
Brevemente, una moneta per essere considerata tale deve avere, almeno, le seguenti proprietà
Poter essere utilizzata come unità di conto, ovvero misurare il valore (se misura il valore avrà anche il valore della misura)
Poter essere utilizzata come mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi
Essere una riserva di valore capace di conservarlo anche in futuro
Abbiamo visto nel video di introduzione come sia nata la moneta e a cosa servisse, ma la moneta che utilizziamo oggi per le nostre transazioni quotidiane di acquisto e vendita come funziona?
E' bene sempre ricordare al lettore che qualsiasi moneta si basa su una peculiarità della specie umana, ovvero l'immaginazione, che gli economisti indicano con il termine di "fiducia", ma più generalmente è il prodotto di concezioni filosofiche.
Al momento non ci risulta che nel mondo animale vi sia qualcosa di equivalente alla moneta, ne che un animale anche molto intelligente, accetti lo scambio di cibo contro monete (un esperimento da proporre agli etologi al più presto). Abbiamo solo notizia dell'esperimento inverso, ovvero che una scimmia usi una moneta per avere cibo. Questo concetto potrebbe tornarci utile in futuro quando dovremo spiegare il significato delle monete scritturali del progetto EquaCoin.
Per ora ricordiamocelo, il successo di una moneta dipende prevalentemente dalla fiducia che le si attribuisce, ovvero dall'immaginazione che gli esseri umani utilizzano per supporre che un pezzo di carta, un dischetto di metallo o una scrittura contabile possano rendergli in futuro il valore che gli hanno attribuito quando li hanno accettati in prestito oppure come pagamento dei loro beni e servizi.
Anche quando la moneta viene imposta per legge, che è la condizione cui siamo abituati da secoli, la sua funzione si sviluppa in base alle aspettative di chi la accetta, ovvero si basa sulla sua immaginazione.
Al giorno d'oggi gli aggregati monetari con cui dobbiamo confrontarci, così come definiti dalla Banca d'italia sono:
M1: circolante e depositi in conto corrente
M2: M1, depositi con durata prestabilita fino a due anni, depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi
M3: M2, pronti contro termine, quote di fondi comuni monetari e obbligazioni con scadenza originaria fino a due anni.
Per i nostri ragionamenti, necessariamente riduttivi per aumentarne la comprensione, osserviamo solo la definizione della M1.
La M1 rappresenta la massa monetaria emessa dalla banca centrale, circolante, ed i depositi in conto corrente.
Le proporzioni tra loro sono di circa 3% banconote in circolazione e 97% depositi in conto corrente.
Ma come è possibile che sui conti correnti ci sia così tanto denaro rispetto al circolante?
La risposta è semplice, perché le banche commerciali creano dal nulla moneta scritturale quando fanno dei prestiti (purtroppo arbitrari) alle imprese, concedono i mutui alle famiglie che desiderano acquistare casa, pagano i propri dipendenti o acquistano un immobile per farne la propria sede, ecc. -
Fare credito è una funzione diversa da emettere moneta - Il credito ha un valore commisurato a quello della prestazione oggetto del credito. La moneta ha un valore commisurato all'ammontare numerico delle unità di misura del valore in essa rappresentate. È un puro valore giuridico causato dalla convenzione sociale sia nella sua essenza che nel suo ammontare.
Il credito, come ad es. la cambiale, si estingue col pagamento. La moneta continua a circolare dopo ogni transazione perché, come ogni unità di misura, è un bene ad utilità ripetuta.
Alle banche, per ottenere il completo controllo dell'economia e, quindi, della politica, non rimane da far altro che ottenere che il circuito in cui il "credito trasmissibile" creato dal nulla circoli, ovvero il luogo dove la moneta di origine creditizia si propaga, sia l'unico circuito esistente.
Per farlo devono eliminare tutti i circuiti alternativi a quello bancario ed in particolare devono eliminare il contante -
Quindi la maggior parte del denaro con cui noi quotidianamente entriamo in contatto (virtualmente) è di natura scritturale, cioè sono scritture contabili di una banca commerciale privata, create dal nulla nella forma di concessione arbitraria di credito a qualcuno, a fronte di una piccolissima giacenza di altro tipo di moneta (ma questo serve a mantenere una parvenza di liceità, di fatto non serve).
Questi crediti vengono continuamente scambiati tra gli utenti del circuito bancario, segregato ed esclusivamente sotto il controllo delle banche commerciali, diventando moneta ed assumendone il valore "indotto" come previsto da Auriti. Ecco in che modo la concessione di crediti diviene moneta. Tuttavia, che le banche commerciali creassero il denaro dal nulla era già noto anche agli scolari di un secolo fa, quello che non si era compreso chiaramente era quanto ne creassero.
Se qualcuno vi dice che le banche prestano il denaro dei risparmiatori (tecnicamente si definirebbero intermediari finanziari) o è un bugiardo in malafede, oppure uno sprovveduto, probabilmente laureatosi in una università asservita ai neoliberisti.
In un famoso studio empirico di Richard Werner, del 2015, è risultato che una banca commerciale può creare dal nulla anche 150 volte le giacenze disponibili.
Il nostro codice civile chiarisce che il denaro sui conti correnti NON è nostro, ma rappresenta scritture contabili che indicano un certo impegno della banca nei nostri confronti, impegno che, nel caso migliore, verrebbe onorato utilizzando banconote, create dal nulla dalla Banca Centrale Europea, che a sua volta è una banca privata che svolge la funzione di una tipografia, ma acquisisce il valore nominale di ciò che stampa sulle banconote quando le presta. Incredibile vero? Eppure è proprio così:
Art. 1834 Codice Civile: nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi.
Si noti il concetto di specie monetaria. Se abbiamo depositato moneta scritturale bancaria, ad esempio ricevendo un bonifico del nostro datore di lavoro, la banca è tenuta a restituirci denaro scritturale con un bonifico all'interno del circuito bancario che è segregato, non contanti oppure altra specie monetaria. Se lo fa è per non far generare negli utenti troppi sospetti o domande scomode. Indagando potrebbe venir fuori la truffa colossale su cui regge il sistema.
E' dunque necessario togliere alle banche commerciali il magistero del credito, ovvero la possibilità di fare credito alle persone ed alle imprese avvalendosi di un circuito monopolistico (il circuito bancario), il che va esattamente nella direzione opposta alla tendenza attuale di ridurre o eliminare il contante. Detto contante deve poi essere di proprietà dei cittadini accreditandolo alla creazione su un circuito indipendente da quello delle banche commerciali.
Ci vuole tempo, poi si digerirà anche questo, ma l'importante è capire che la moneta è sostanzialmente carta o numeri in un computer e tanta, ma tanta, immaginazione da parte di chi l'accetta.
Nel frattempo, vediamo cosa sono le monete in una blockchain. Per forza di cose saremo poco tecnici quindi meno precisi, per i puristi una rapida ricerca sul web potrà soddisfare qualsiasi desiderio di accuratezza.
Una blockchain per funzionare ha bisogno di un gettone, interno al sistema, che serva a remunerare il lavoro svolto dai programmi di decifratura residenti sui nodi. Quando il software in un nodo completa, per primo, il compito che gli viene assegnato scrive il contenuto di un blocco con le varie transazioni effettuate dagli utenti nella blockchain e riceve una ricompensa in gettoni, chiamiamo i gettoni cripto-moneta o cripto-valuta oppure semplicemente cripto.
Una blockchain, molto sinteticamente e senza pretesa di esaustività del concetto, è una struttura dati replicata su molti computer, approntati e gestiti a cura di volontari in centinaia di luoghi diversi e tra loro anche molto distanti, collegati tramite internet. I nodi eseguono tutti lo stesso programma, open source, che ne definisce univocamente le funzioni. Chiunque può allestire su un proprio computer, di adeguata capacità, il nodo di una blockchain. È definita come un registro digitale, una specie di libro mastro, in cui le scritture contabili sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine rigorosamente cronologico, e la cui integrità è garantita dall'uso della crittografia. Il suo contenuto, una volta scritto, non è più né modificabile né eliminabile ed è copiato in tutti i nodi della rete. Gli orologi di tutti i nodi sono tra loro sincronizzati, con precisione del decimo di secondo, ed usano un protocollo di connessione da pari a pari (peer-to-peer) simile a quello usato per la condivisione dei file multimediali. Se un nodo, ad un certo momento, dissente dal resto degli altri nodi viene automaticamente escluso dalla rete ed ha inizio quello che si definisce un "Fork", ovvero una biforcazione. L'insieme dei nodi che concordano con il dissenziente diviene una nuova blockchain. La distribuzione dei nodi su scala geografica fa si che sia praticamente impossibile per uno Stato esercitare il potere di imperio sulla blockchain, rendendola ragionevolmente indipendente da un potere centrale ed aprendo la strada ad una rivoluzione sociopolitica.
Il progetto EquaCoin, al momento, si basa sull'uso della blockchain Wavesplatform.
Il computer che riceve la ricompensa non se ne fa nulla, ovviamente è una macchina, ma quella ricompensa può essere utilizzata come valore monetario nelle transazioni tra umani (ed in futuro molto prossimo anche tra macchine). Poiché tutto il meccanismo è decentralizzato e basato su algoritmi predefiniti ed accettati, questa moneta ha una caratteristica, non dipende dalla volontà di un intermediario che possa decidere quanta crearne arbitrariamente.
Quasi tutte le cripto vengono emesse sino al raggiungimento di un certa quantità nel corso degli anni. Dopo l'ultima emissione la quantità disponibile rimarrà costante, finché la blockchain sarà in funzione.
Senza scendere in tecnicismi possiamo dire che una moneta fatta in questo modo, cioè nata per remunerare un programma ed emessa in quantità finita, è deflazionistica, cioè tende ad essercene poca, specialmente se usata nell'economia reale, il che in alcuni casi è un'ottima cosa, in quanto tende ad aumentare di valore man mano che la domanda di moneta cresce e non se ne dispone, ma in altri casi potrebbe essere enormemente controproducente. Ricordiamocelo.
Token è la parola inglese equivalente a gettone. Abbiamo visto che le cripto sono gettoni, quindi token. Dunque la differenza tra cripto monete e token, lessicalmente, non c'è.
Qui li differenziamo per il modo e la funzione per cui vengono generati.
Diciamo che per i nostri ragionamenti mentre le cripto sono ottenute come descritto nel precedente paragrafo, i token sono immagini di valori, rappresentati nelle scritture contabili di una blockchain.
Spieghiamoci meglio.
Supponiamo di avere un qualche bene cui attribuiamo valore, attuale o anche futuro, per esempio un certo numero di ore del nostro lavoro, oppure un'automobile o una casa o delle azioni di una qualche società o di una start-up, oppure delle cripto di un'altra blockchain (ad esempio bitcoin).
Se abbiamo anche una certa credibilità ovvero possiamo fare conto sull'immaginazione dei prenditori, possiamo emettere uno o più token su una qualsiasi blockchain cui riconosciamo il valore di una parte o della totalità del nostro bene e servizio.
Questa prassi è perfettamente legale, perché noi umani siamo liberi di accettare per i nostri beni e servizi qualsiasi tipo di moneta, anche dei fagioli, se lo desideriamo. Ad esempio, già ora, la quasi totalità dei programmatori di computer impegnati nello sviluppo della finanza tecnica (Fin Tech) accetta bitcoin in pagamento dei propri servizi.
Per capire ancora meglio, facciamo un esempio.
Un idraulico potrebbe emettere 100 token denominati "idraulik" ed impegnarsi ad effettuare 1 ora di lavoro per ciascun idraulik emesso. Alcuni potrebbero comprare degli idraulik, magari ad un prezzo scontato, e poi restituirli all'idraulico ogni volta che viene a riparagli i tubi di casa o potrebbero scambiarli nell'ambito di una piccola comunità, rendendoli di fatto una moneta. L'idraulico riceverebbe subito il corrispettivo monetario dei 100 idraulik (un po meno per via dello sconto), mentre il compratore otterrebbe in futuro dei servizi ad un prezzo scontato (attenzione qui entra in gioco l'immaginazione). E' facile comprendere che con questo meccanismo le imprese, anche molto piccole, potrebbero finanziarsi senza ricorrere ad un prestito bancario. I token consentono di risolvere brillantemente tutti i problemi che il diritto codifica con azioni, quote, carati ecc. senza la necessità di ricorrere ad una catena di credibilità tipo notai, borse valori, camere di commercio ecc.
Lo stesso si può fare con qualsiasi oggetto o servizio, o anche con beni o servizi al momento non fruibili ma disponibili in un futuro più o meno prossimo, oppure con asset a loro volta appartenenti ad altri circuiti monetari.
A questo punto è chiaro che un token dipende dalla volontà di una qualche entità che supervisiona la sua emissione (nel nostro esempio l'idraulico che emette gli idraulik) oltre all'impegno a rispettare le promesse fatte quando lo si è emesso, quindi viene accorciata la catena di credibilità al solo emittente.
I token possono anche essere emessi e gestiti da programmi, chiamati Smart Contract, il cui funzionamento sia predeterminato, noto a tutti e soggetto alle regole della blockchain.
Smart Contract — Gli smart contract sono protocolli informatici eseguiti sui nodi di una blockchain che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, permettendo talvolta la parziale o la totale esclusione di una clausola contrattuale. Non richiedono intervento umano, salvo diversamente previsto per motivi di sicurezza. Vengono alimentati da “oracoli”, ovvero informazioni, rese disponibili da programmi esterni alla blockchain e caricati su di essa tramite normali transazioni. Al momento gli Smart Contract rappresentano una delle caratteristiche più affascinanti della tecnologia blockchain.
Le monete scritturali del circuito EquaCoin sono dei token nominalmente simili alle monete emesse dalle banche centrali o dalle banche commerciali con i prestiti, ma circolanti solo sulla blockchain di EquaCoin e ben segregate e non convertibili con altre monete a corso legale o cripto.
In questo modo si possono utilizzare come unità di conto per determinare il valore di beni e servizi, ma in cui la riserva di valore scaturisce dai beni e servizi che gli utenti sono disponibili a scambiare volontariamente per esse.
Ovvero il valore delle monete viene loro attribuito dagli utenti accettandole in pagamento per i propri beni e servizi. Per un approfondimento si rimanda alle considerazioni di Giacinto Auriti.
"Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta". Giacinto Auriti, 2002
"La moneta che non circola è un mero simbolo, non è moneta.", Giacinto Auriti, 2002
Le monete scritturali del progetto EquaCoin vengono create dal nulla, come accade anche nel circuito bancario ma accreditate agli utenti che ne fanno richiesta mensilmente, ribaltando il paradigma della moneta a debito.
La quantità distribuita dipende dalla volontà degli utenti, espressa democraticamente, che va ad agire sui parametri di funzionamento di un algoritmo che implementa un modello econometrico basato sulla quantità di moneta emessa e la sua velocità di circolazione, rilevata con precisione matematica.
Attenzione:
il portafoglio EquaCoin gestisce molti tipi di token, NON solo le monete scritturali previste dal manifesto ma anche, senza limitarsi ad essi, Bitcoin, azioni di società, carature navali ed altre utilità. I token, quando combinati con atti notarili, nei paesi che riconoscono valore legale alla tecnologia blockchain, possono rappresentare a tutti gli effetti azioni al portatore ed essere scambiati, anonimamente, senza ricorso a borse valori. I token possono anche rappresentare valori immobiliari, che possono quindi essere trasferiti in assenza di un atto formale di compravendita notarile. Una rivoluzione di cui ancora in pochi si rendono conto e che trasformerà il mondo nei prossimi anni.